Subiaco per una escursione giornaliera da Roma
Per tutti coloro che vivono a Roma e che vogliono trascorrere una giornata fuori porta, Subiaco è la destinazione ideale in quanto è un concentrato di arte, storia e natura.
Storicamente amato da Nerone, questo territorio fu eletto da San Benedetto come sede per istituire la sua Regola di Ora et Labora e sempre in questo borgo, nacque Lucrezia Borgia e molto apprezzato anche da Pio VI che lo aiutò a svilupparsi.
Informazioni pratiche su come arrivare a Subiaco
Subiaco si raggiunge attraverso l’autostrada Roma-L’Aquila uscendo al casello di Vicovaro Mandela e percorrendo la fondovalle – via Sublacense – per circa una ventina di chilometri.
Storia e non solo
Il suggerimento è organizzare la visita di Subiaco, seguendo un certo ordine cronologico.
Come abbiamo visto, il territorio era già conosciuto in epoca romana tanto che Nerone vi fece edificare una grande villa. Nel VI secolo d.C. si deve a San Benedetto se queste parti divennero la sede di alcuni monasteri tra i quali quello di Santa Scolastica, l’unico in attività. Il Monastero di San Benedetto, realizzato verso l’anno Mille dall’allora Abate di Farfa, fu edificato sul luogo ove si trova la grotta in cui Benedetto aveva passato tre anni di eremitaggio e, contestualmente, fu eretta la Rocca Abbaziale fulcro del borgo medioevale.
La Rocca Abbaziale
Giungendo dalla via Sublacense si noterà subito la Rocca, caratterizzata dalla torre dell’Orologio dominante il borgo. Eretta dai Benedettini fu un emblema della loro presenza.
Nel Quattrocento il papa avocò alla Chiesa tutto il territorio di Subiaco, lasciando ai frati solamente il Monastero di San Benedetto e quello di Santa Scolastica. Evento che originò l’istituzione della Commenda di Subiaco che vide alla sua reggenza, personaggi come Rodrigo Borgia, futuro papa Alessandro VI e padre di Lucrezia.
Anche il futuro papa Pio VI fu commendatario di Subiaco, tanto che nella seconda metà del XVIII secolo si occupò della cittadina, sviluppandola attraverso la costruzione dell’Ospedale e della Cattedrale.
La visita alla Rocca permetterà di conoscere il cinquecentesco Appartamento Colonna ricco di meravigliose opere d’arte e il sontuoso Appartamento di Pio VI.
Il Monastero di Santa Scolastica
Scolastica, sorella gemella di Benedetto, visse diversamente dal fratello eremita. Solamente verso la fine della loro esistenza si rincontrarono a Monte Cassino morendo lo stesso anno. Quello che fu dedicato a Santa Scolastica in principio era intitolato a S. Silvestro e solo dopo la loro morte venne intitolato ai due fratelli Benedetto e Scolastica. Quando fu fondato il Monastero vicino il Sacro Speco che prese il nome di San Benedetto, si ritenne opportuno eliminare il nome del santo dal primo, lasciando così solo quello della sorella.
La visita permette di esplorare il monastero percorrendo tre chiostri successivi: il chiostro rinascimentale, quello gotico e il romanico.
Dal Chiostro Gotico si entra alla bella Chiesa gotica che presenta una facciata su livelli differenti dove si articolano degli affreschi di Scuola Senese.
Il Chiosco romanico è il più bello in quanto affrescato con vedute dei possedimenti dei Benedettini nel territorio. Sul soffitto oltre i tondi degli evangelisti, si può ammirare anche un affresco di San Matteo.
Il Monastero del Sacro Speco di San Benedetto
Costruito nell’anno Mille e successivamente ampliato ed abbellito, il Monastero ingloba anche la grotta che vide Benedetto vivere da eremita per tre anni.
La visita inizia dalla Chiesa Superiore che presenta una duecentesca pavimentazione realizzata con pezzi di marmo prelevati dai resti della villa di Nerone ma quello che ruba l’occhio sono le pareti ed il soffitto affrescato dai Maestri Senesi. Scendendo alla Chiesa Inferiore si accede alla grotta dov’è collocata una statua di Benedetto scolpita da un allievo del Bernini, Antonio Raggi.
I resti della villa di Nerone
Terminata nel 56 d.C. la villa voluta dall’imperatore fu immediatamente abbandonata in quanto durante un banchetto, un fulmine penetrò nella sala da pranzo, colpendo il calice che Nerone teneva in mano e questo fu preso come un presagio che lo convinse ad andare via senza tornare più. Abbandonata a se stessa, la villa divenne cava di materiali di costruzione della quale sono visibili solo i resti.